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Numero 1: La Storia


In questo primo numero ci occuperemo di storia, in particolare delle domande che scaturiscono dai dubbi che abbiamo sempre avuto con la "versione ufficiale" che ci viene insegnata a scuola. Da questo punto svisceriamo alcuni passaggi chiave e cerchiamo di capire l'importanza e le applicazioni dello studio di questa disciplina. La mia professoressa delle medie disse alla prima lezione "E' necessario studiare il passato per capire il presente", "e anche il futuro" aggiungerei ora...

1) E' possibile dagli eventi passati prevedere il futuro? La psicostoria teorizzata da Asimov ha fondamenti scientifici? Noto discrete attinenze con la teoria dei giochi.

Di sicuro attraverso lo studio del passato e senza prescindere da quello del presente alcuni scenari della storia futura diventano plausibili. Esiste una prevedibilità della storia così come esiste una proiezione consequenziale in altre discipline. La variabile, in apparenza più significativa, nel caso della storia è quella umana. Ma anche di una variabile è prevedibile ipotizzare le reazioni e dirigerle.
Asimov teorizza la psicostoria; dà a questa senso di scienza e margini consistenti di fantascienza. Oggi, in una rielaborazione della psicostoria, mi sentirei di chiamare in causa anche e soprattutto le neuroscienze ed il marketing culturale come strumenti di manipolabilità del passato, di governabilità del presente e di indirizzo per la storia futura. Tra le pseudoscienze, invece, non trascurerei il contributo che può arrivarci dall'economia.
Sì. Alcuni giochi di ruolo, inoltre, rivisitati e arricchiti culturalmente, possono rappresentare quello che un simulatore di volo è per l'addestramento di un pilota.

Gioco di ruolo
Il gioco di ruolo per eccellenza: lo storico D&D

Invito sempre quanti me ne chiedono a rileggere "Il gioco delle perle di vetro" di Herman Hesse, ma, pare si continui a preferire Siddharta e per la brevità e per la consolazione.

2) Parlavo qualche giorno fa con un amico sociologo che mi spiegava come i comportamenti dei gruppi siano in larghissima misura prevedibili: è come se fosse sempre lo stesso copione e cambiassero gli attori di volta in volta. Viceversa mi diceva che sui comportamenti dei singoli è quasi impossibile prevedere. La storia è quindi decisa dalle masse o dai singoli? O è forse decisa dalle masse a meno di una minima incertezza determinata dai singoli o dai piccoli gruppi?

Estremamente prevedibili. Esatto. E la cosa ci dovrebbe far riflettere. Ovvero: se è possibile prevedere, allora è possibile anche determinare il comportamento dei popoli.
Questo ci rimanda a quanto dicevo prima su le neuroscienze ed il marketing culturale.
Il concetto di "egemonia" elaborato da Gramsci è attualissimo perché sottolinea il fenomeno che ha già, all'inizio del Novecento, un'evidenza macroscopica, almeno ai più attenti.

Antonio Gramsci
Antonio Gramsci

Oggi gli strumenti a disposizione delle "regie" sono molto più sofisticati. E con questi mezzi i soggetti vengono "trattati" sin dalla prima infanzia.
Per quanto riguarda il singolo le possibilità di farcela restano, ma, considerate le forze in campo e la loro invasività, la "disintossicazione" è sempre più faticosa e mai senza dolore.
La teoria della mente alveare è stimolante per alcune considerazioni.
Quanto una singola intelligenza che si pone fuori dal "programma" può essere tollerata dagli anticorpi dell'organismo che la attaccano percependola come una minaccia, un virus, un cancro, fino a distruggerla o a "ripararla"?
E quanto la singola intelligenza potrà resistere all'enormità della pressione esterna senza assecondare la spinta che la riporterebbe nell'alveo del pensiero comune offrendogli la sicurezza della quantità ed il conforto della gregarietà?
Eppure, nonostante la propaganda e le mitologie con cui si reitera l'ipnosi collettiva, lo stato miserabile del mondo e di questo modello culturale sta sotto gli occhi di chiunque riesca a strappare alla lucidità, altrimenti offuscata, ancora qualche istante.
Ne segue la domanda: chi è davvero il virus? E chi l'anticorpo?
La storia è sempre decisa dai singoli, organizzati in un gruppi, di solito molto ristretti.
Dovremmo imparare a riconoscerli.
E, soprattutto, a capire dove porteranno domani le azioni che stanno decidendo oggi.
Per quanto riguarda il singolo che non ha ancora smesso di lottare posso soltanto augurargli di essere sempre imprevedibile, in primis nel pensare.

3) A scuola ci insegnano una storia lineare che tiene praticamente conto solo degli eventi dopo l'invenzione della scrittura. Sono possibili altri tipi di "storia"? 

Certo, ma non con "fonti attendibili" obietterebbero gli ortodossi.
Resterebbe da trovare un accordo sul concetto di attendibilità di una fonte, ma questo tentativo preferisco lasciarlo a coloro che credono alla verità dei telegiornali.
Diciamo che basterebbe applicare la prevedibilità della storia di cui si è detto prima per "prevedere" il passato e cominciare a capire com'è che sono plausibilmente andate le cose.
Una sorta di psicostoria a ritroso.
Aggiungo pure, semplicemente, che la storia lineare è più gestibile.
Per questo viene preferita.
C'è un inizio e c'è una fine. C'è una genesi ed un'apocalisse. E nel frattempo tanta evoluzione.
Per cui tutti vengono illusi con il concetto di progresso e sono portati a saperne di più e meglio di quanto sapessero i loro antenati.
La conseguenza, per la mente così costruita, è quella di convincersi di vivere nel mondo migliore possibile, nel modello più evoluto di società mai visto fino ad oggi.
Sebbene i tanti problemi di questo mondo crescano, nella consapevolezza di chi valuta, in maniera direttamente proporzionale all'intelligenza del soggetto valutante.
Tutto, comunque, è riformabile e superabile...perché?
Perché si va avanti, sempre avanti, non si può che migliorare, storia lineare? Più comoda da gestire.

4) La versione scolastica ci mostra uomini delle caverne e nella pagina successiva Egizi e Sumeri, civiltà complesse e strutturate. Puoi dirci qualcosa di più su questo? Io l'ho sempre trovato quantomeno strano...

Vedi? Torniamo alla plausibilità, come nella migliore tradizione investigativa, anche letteraria. L'incongruenza che riscontri è palese, ma tacitata.
Per qualche centinaio di migliaia di anni, l'homo sedicente sapiens trascorre l'esistenza a scheggiare pietre, poi, in soli settemila anni, spara razzi e satelliti nello spazio e comincia a far danni con l'atomo.
Dunque: è plausibile immaginare che siano esistite altre civiltà?
In una visione ciclica e non lineare della storia, sì.
Le tracce? Andrebbero cercate nei modi e nei luoghi giusti. Basterebbe il 10% delle risorse e dello zelo che gli umani impiegano nella costruzione di armi e nella distruzione dell'ambiente.
Inoltre sarebbe necessario predisporsi alla possibilità di trovare "reperti" non identificabili facilmente con quello che è il concetto vigente di civiltà, tutto basato sulla tecnica e sull'esteriorità protesica di ogni tecnologia, con una devastante tendenza a modificare e controllare l'ambiente naturale.

5) La storia che ci insegnano a scuola è costruita attorno al Mediterraneo e all'Europa: gli altri popoli vengono presentati in funzione della loro scoperta da parte degli Europei, quindi gli "Indiani d'America"(!) esistono dal 1500 e gli aborigeni australiani da relativamente poco. Non credi questo contribuisca a formare una visione del mondo elitaria e razzista totalmente inconsapevole?

E' sempre lo stesso problema. Una visione tolemaica della storia. La presunzione di portare agli altri popoli prima il vero Dio, poi la vera civiltà, poi la vera democrazia, ha prodotto il disastro che abbiamo sotto gli occhi e che si finge di non vedere.
In aggiunta anche i popoli assoggettati dall'Occidente hanno finito per credere o essere obbligati a credere a questa favoletta bugiarda e si sono accodati tutti sul viale del "progresso" che ormai ha coinvolto l'intero pianeta.
La competizione si è quindi ridotta ad una gara (ferocissima) combattuta per determinare quale gruppo di potere (i popoli e quanto resta delle loro culture non c'entrano per niente) debba guidare il convoglio verso il disastro annunciato.

6) Ci sono molti ritrovamenti che non "filano" con la versione ufficiale della storia (vedi oop art ecc.) eppure tutto questo viene sistematicamente ignorato. Come mai?

Le incongruenze, ripeto, sono paradossali. Una plausibile civiltà precedente quelle "storiche" potrebbe aver conosciuto una fase di globalizzazione prima della sua decadenza e morte. Per tanto nulla ci sarebbe di strano nell'immaginare scambi di beni, non necessariamente commerciali, tra luoghi lontani e, secondo il paradigma egemonico, reciprocamente inaccessibili.

Muro Cuzco
Muro a secco in giganteschi blocchi di diorite nel sito di Hatun Rumiyoc, a Cuzco.

Eppure analizzare davvero, cioè senza preconcetti, gli elementi disponibili e la logica delle cose, e meglio, della natura, avrebbe la conseguenza di rivoluzionare la visione della storia e dell'uomo stesso. Chi vuoi che se la prenda questa responsabilità? E' molto più facile attenersi alla vulgata ufficiale come si fa con la religione e con la mitologia politica. L'uomo è pervaso dall'istinto di conservazione e i software della paura sono costantemente aggiornati in automatico, però questo istinto lo conserva, appunto, lo conserva, ma non lo fa crescere e non lo "evolve" in un uomo migliore.

7) Prima c'erano i Latini, prima ancora i Greci, prima vuoto assoluto...ma qualcuno ci sarà stato?

I Greci ed i Latini sono gli ultimi arrivati. Per esempio il Lazio è una terra antichissima. Purtroppo Roma, dopo le guerre puniche, si è trasformata in una Superpotenza ed ha portato a termine il processo di globalizzazione, allora per fortuna solo occidentale, iniziato con l'Ellenismo. Ha fagocitato popoli e culture e li ha omogeneizzati.
Segni ancora presenti nella memoria degli intellettuali romani di epoca storica li abbiamo, comunque, sebbene fossero già ridotti a mito. Li ritroviamo nell'Eneide, con la visione delle rovine di Saturnia e in Livio con i popoli di epoca preromana.
Molti antichissimi popoli italici riuscirono a conservare qualche loro divinità, la misero dentro una di quelle romane cambiandone la superficialità, cosa che è capitata di recente con gli Africani portati schiavi nelle Americhe con il Cristianesimo che è diventato la Santeria e così come gli stessi Romani (che nascevano dalla fusione di tanti popoli diversi come gli USA) avevano fatto con i loro dei grecizzandoli o riducendoli a ruoli minori o perdendoli per sempre.

8) Le lingue, ce ne sono tante e diverse, in principio una sola? Come mai nel corso degli anni si creano delle "Torri di Babele" linguistiche anche a livello locale?

Thot
Thot
Ammone
Ammone
La differenza importante non è tra le lingue.
La vera differenza è l'alfabeto.
Anche questo è un'invenzione recente.
Platone ci racconta di come Ammone mettesse in guardia Thot, l'inventore dell'alfabeto.
La preoccupazione di Ammone era che la mente dell'uomo si accomodasse sull'alfabeto e si atrofizzasse in questa protesi esterna del linguaggio.
Avrebbe perso, così, la sua capacità immaginifica e magica che, invece, era propria della scrittura simbolica e del parlato-pronunciato-evocativo-simbolico. I Fenici, quelli che storicamente si sono presi il merito dell'alfabeto, un danno di copyright disastroso per Thot, erano un popolo di mercanti, oltre che di pirati-navigatori e, infatti, la prima scrittura, anche la cuneiforme mesopotamica, fu inventata per registrare i conti e per redigere documenti commerciali.
Diciamo che due mondi si fronteggiarono e uno, quello alfabetico, tecnico, protesico, prese il sopravvento.

9) Il Medioevo è stata veramente quell'epoca di miseria e peste che ci hanno raccontato o le cose sono andate in modo diverso?

Parlare di Medioevo nell'epoca attuale è come parlare di Repubblica in uno stato monarchico, monarchico e nemmeno costituzionale.
Questo dimostra quanto il marketing culturale funzioni.
Vengono, subito, in mente la caccia alle streghe che invece, furono perseguitate, torturate e bruciate soprattutto nel Rinascimento, epoca delle guerre di religione tra Cattolici e Protestanti; questi ultimi poi, nella caccia alle povere streghe, furono i più performanti. Si sa che l'odio più grande è quello tra parenti ed i monoteisti lo sono tutti, per questo le guerre di religione sono sempre state le peggiori.
Ma il Rinascimento non si tocca. Guai a dir male delle Signorie di strozzini e della Chiesa corrotta che dominarono l'Italia. Dominarono? Parliamo del passato?
Anche se almeno nel Rinascimento avevano il buon gusto del Mecenatismo.
Il Medioevo fu tante cose brutte e tante cose belle.
Come è sempre stato, in ogni epoca e in ogni parte del mondo, negli ultimi settemila anni.
Ma una cosa al Medioevo la possiamo invidiare.
La capacità per le menti migliori di essere veramente migliori.
Ogni epoca esprime la sua forma mentale anche attraverso l'architettura.
Si guardi la nostra, quando va bene è urbanistica.
Si guardi le cattedrali e si potrà provare ad immaginare la struttura mentale di Dante Alighieri.

Duomo e Torre di Pisa
Il Duomo e la Torre di Pisa

10) Su internet girano molte teorie...tra le tante si dice che la storia l'abbiano scritta i Massoni dopo la Rivoluzione Francese...c'è qualcosa di vero?

Certo che no. Sarebbe troppo facile.
La Massoneria, nonostante i suoi intenti iniziali, come avviene a tutte le chiese, si è istituzionalizzata.
La direzione impressa alla storia negli ultimi tre secoli vede in campo più di una forza. La Massoneria è soltanto una di queste e, oggi, neanche la più pericolosa.
La cosa che dovrebbe preoccuparci davvero è quella che sta avvenendo negli ultimi anni e che si accentua con progressione geometrica.
Mi riferisco a quando le principali forze che dirigono il mondo trovano più di un motivo di convergenza, sebbene le loro finalità restino in apparenza diverse; così, mentre in superficie combattono ancora, nella sostanza si accordano per fare un pezzo di strada insieme.

11) Un amico archeologo mi spiegava che se la nostra civiltà si estinguesse e fossero ritrovati forchette, coltelli, piatti e altri utensili da civiltà future difficilmente ne capirebbero l'uso. Credi che la nostra archeologia possa avere fatto errori simili dando per scontato che il nostro sia l'unico modo di vivere possibile?

Questo si collega a quanto dicevo prima sulla necessità di cercare reperti non convenzionali. Non tutte le civiltà ripeto, si fondano sulla tecnologia e sul controllo e la modifica dell'ambiente naturale. Civiltà diverse da questa, potrebbero aver sviluppato una convivenza armonica con l'ambiente naturale, potrebbero aver rinunciato all'agricoltura e all'allevamento o a costruire città per abitarvi e non solo, quindi, come complesso di edifici con destinazione sacra.
Potrebbero aver rinunciato all'uso della moneta o, persino, del commercio e non aver dato spazio al concetto di proprietà individuale o di trasmissione ereditaria dei beni materiali.
Potrebbero aver deciso di sviluppare la spiritualità ed essersi dedicati al potenziamento della capacità mentale, insomma essersi determinati all'investigazione dei veri poteri dell'uomo e dei suoi perché.
Per risponderti, dunque, ti chiedo: che tipo di reperti potrebbe aver lasciato una simile civiltà?

12) I vari tipi di datazione e i possibili errori?

Esiste anche questo aspetto del problema. Mi rammento il tema sempre scottante della stratificazione o quello della archeologia subacquea. La realtà principale, però, è una. Si tenta, e purtroppo, ci si riesce, di ridurre tutto ad una lotta faziosa tra gli evoluzionisti ed i creazionisti. Si prendono i peggiori esemplari delle due parti e si esibisce un combattimento di una povertà dialettica disarmante.
E' un po' quello che avviene in politica dove per decenni ci hanno mostrato fascisti VS comunisti o comunisti VS capitalisti o fascisti VS capitalisti. Io credo che si debba almeno provare a sperare qualcosa di meglio. L'uomo è cosa più grande di questa miseria di idee e capacità.

13) Cristoforo Colombo parte verso l'ignoto finanziato dalla regina di Spagna e scopre l'America. Davvero credevano che la terra fosse piatta? Non l'avevano già scoperto i Greci ed altri prima di loro che la Terra fosse sferica?

Nella pratica già alcuni tra i migliori navigatori, come i Vichinghi o i Fenici, avevano conoscenze geografiche più profonde di quelle ufficiali.
Ma stiamo su Colombo.
Colombo ed il Vaticano, attraverso la Cattolicissima Spagna, sapevano quello che stavano facendo.
Anche la questione delle carte nautiche di cui era a conoscenza la famiglia Colombo è direttamente collegata al sapere antico.
E' più che probabile che qualche civiltà, e mi riferisco a qualche civiltà che, secondo la storia ufficiale, non dovrebbe essere mai esistita, avesse già mappato il globo.
Memoria frammentaria di queste arcaiche conoscenze geografiche fu raccolta dal mondo ellenistico, anche attraverso la Biblioteca di Alessandria.

Biblioteca di Alessandria
Interno della Biblioteca di Alessandria


Cosa "strana", per esempio, è che queste conoscenze facessero riferimento ad una linea delle coste diversa da quella che gli oceani hanno adesso, ma simile a quella che gli oceani avevano nell'ultima Era glaciale.
Comunque sia, questa eredità classica andò agli Arabi che la riportarono in Europa come fecero con Aristotele e Platone, attraverso la Spagna e attraverso gli emissari della Chiesa Romana a Costantinopoli. Alcuni tra i sapienti sapevano, se non tutto, di sicuro qualcosa, memoria frammentaria, ripeto.
Si trattava soltanto, come sempre, di valutare se i tempi fossero maturi per rendere pubblica una parte di un sapere fino a quel momento esoterico.
Non pensare soltanto che una teoria sia una teoria.
Una teoria, quando diventa ufficiale, diventa una visione del mondo.
E una visione del mondo diventa una forma della mente umana.
Perché credi che osteggiassero tanto Copernico?
Un conto è avere una Terra al centro di un piccolissimo Universo finito.
Un conto è avere una Terra minuscola e persa in un Universo infinito tra infiniti universi dentro infinite dimensioni.
Che mente umana può generare una visione così diversa delle cose?

14) Passa il tempo e l'umanità ripete sempre gli stessi meccanismi oppure si evolve per passaggi simili tra loro?

Tutt'e due le cose sono vere.
Due verità con parziali connessioni.
Intendo: l'umanità attraversa piccoli cicli all'interno di altri cicli più grandi, per esempio gli ultimi trentaseimila, o se preferisci, trecentosessantamila.
Nei cicli piccoli l'umanità ripete se stessa, sebbene in modalità diversissime tra loro, oppure talvolta, simili con variazioni consistenti o infinitesimali.
Nei grandi cicli si evolve.

Ringrazio Augusto Scano per questa l'intervista illuminante, a questa ne seguiranno altre sui temi più disparati, con cadenza mensile.
Restate sintonizzati e fateci sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!

Commenti

  1. È un piacere seguirvi. L'esperienza con l'età, amplifica la necessità di capire, conoscere, scoprire... liberandoci da pregiudizi e luoghi comuni. Naturalmente questo è soggettivo, un mio personale pensiero...

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