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Numero 2: Horror


Seconda uscita e parliamo di horror questa volta, sempre in compagnia dello scrittore Augusto Scano

1) Ultimamente l'horror tra zombi, vampiri e altre creature sembra stia tornando di moda...come nasce questo genere e perché sta andando adesso?
Il genere è antico quanto lo è l'uomo fabulatore.
Streghe, demoni e mostri accompagnano da sempre le notti dell'uomo, sebbene la loro presenza aumenti esponenzialmente proprio quando l'umanità rinuncia al dialogo diretto (e non occulto) con quel mondo altro, attraverso le pratiche magiche o la più semplice stregoneria.
Ma stiamo sullo specifico.
Anche il genere horror, come molti altri generi, oggi più che mai è materiato di parodia, talvolta involontaria.
Perché questa stessa in cui viviamo è la parodia di una vera società.
Parafrasando il buon Guenon: non c'è necessità di un Carnevale per dare sfogo e legittimo spazio all'infero in una società che vive tutti i giorni in un perenne carnevale triste.
La dimensione del mostruoso ha tracimato lo stabilito argine ed ha portato il suo caos nella nostra dimensione quotidiana; i mostri, dunque, sono costantemente intorno a noi. Ed in loro ci specchiamo.
Se poi vuoi determinarti sull'aspetto più letterario del fenomeno il mio invito resta quello alla lettura o rilettura de "La morte, la carne ed il diavolo nella letteratura romantica" di Praz.


2) Iniziamo dagli zombi: Romero nell'omonimo film li usa per dare una metafora della società consumistica, la classe bassa che si scaglia contro un ceto medio più istruito e avveduto, potremmo approfondire questo concetto?
Quale è oggi la classe che tu definisci bassa?
Nella deriva impressa a questa nostra povera nave della dotta ignoranza, il livellamento culturale ha portato verso il basso anche i vertici del sapere.
Il ceto medio?
Diciamola con Nietzsche. La fune s'è inclinata pericolosamente verso la scimmia.
Romero fa con gli zombi una graziosa satira sociale.
Da cittadini a consumatori e da consumatori a tubi digerenti...non vado oltre per decenza.
Lo zombi è la metafora più rappresentativa del mostro di questa nostra epoca.
I morti viventi che si aggirano rumorosamente per le strade delle nostre città. Senza più anima. Schiavi di un incantesimo maligno. Diciamo pure: di un'ipnosi collettiva.

Zombi Romero
Gli zombi di Romero

Attaccano i pochi che riconoscono ancora vivi. Se riescono a prenderli li mangiano e li trasformano in esseri simili a loro. Dannati dagli occhi spenti, senza altra speranza che quella di rimandare la vecchiaia e la morte il più possibile. All'inseguimento di una giovinezza che fugge. Dannati perché senza un vero motivo per vivere e, quindi, incapaci di morire davvero se non con...dannazione.


3) I vampiri...ce ne sono di tutti i gusti e in tutte le salse, da cosa nascono? E' vero che una volta esistevano? O è solo una metafora?
Metafora di qualcosa che esiste davvero e da sempre.
Che qualcuno si sia divertito a bere sangue umano resta una verità incontestabile.
E che qualcuno si diverta ancora a farlo è altrettanto vero. Non faccio satira politica.
I Romani avevano la strix.
Un po' diversa dalla nostra strega e, forse, più simile al vampiro visto che, volando, si infilava nelle case attraverso le finestre e succhiava il sangue ai bambini, portandoli alla morte.
Il suono di quel nome è rimasto negli strigoi che in Romania designano i vampiri.
Romania, Transilvania ed eccoci a Dracula.
Certo è che il vampiro, anche quello letterario, da Polidori a Stoker, seppure creatura immonda e dannata, aveva ancora movenze aristocratiche.
Per questo aspetto ti rimando, di nuovo, al suddetto Praz.
Vedrai bene come certa malinconia che Milton dosa in Satana diventi poi caratteristica anche del vampiro romantico.
Le versioni e varianti cinematografiche sono davvero tante.
Più o meno riuscite.
La cosa che ti voglio evidenziare è come anche questa eleganza, propria della figura del vampiro, sia andata volgarizzandosi.
Al punto che, costretti ad una scelta tra i decerebrati adolescenti vampiri di quel prodotto industriale osceno che è stato Twilight e la parodia di Mel Brooks con il superbo Nielsen (indimenticato ed eclettico artista del Novecento) non possiamo che optare per questo.
Tra il trash dichiarato e quello inconsapevole di sé è d'uopo preferire sempre il primo.



4) Nel film di Dracula la scienza non può nulla contro di lui, pistole e fucili non lo scalfiscono, la fede invece può ucciderlo. Come mai? Che ci dici di paletti, aglio, specchio ecc.?

Peter Vincent
Peter Vincent il pavido ammazzavampiri del film Fright Night

La fede è spesso l'unica arma contro la paura. La stessa "attrezzeria" impugnata da chi non ha fede, serve davvero a poco. Per la simbologia, o almeno per una parte di questa (la più recente riferita alla mitologia cristiana), ti invito a ben considerare la bolla pontificia Summis desiderantes affectibus, emanata dal genovese Giovanni Battista Cybo (per la Chiesa cattolica Innocenzo VIII) e a studiare quel bizzarro libro che è il Malleus Maleficarum dei domenicani (sempre loro!) Kramer e Sprenger.


5) Il mostro di Frankenstein è la perversione della scienza? Cosa rappresenta questa creatura?
L'uomo.


6) Il lupo mannaro si trasforma con la luna piena...e può essere ucciso solo da armi d'argento...
L'argento ha molti significati.
Di sicuro non è luce come l'oro, ma riflette la luce.
E' Luna, non Sole.
E riflette anche le energie che, nel caso del licantropo, sono negative.
E' lunare, femmineo e, quindi, anche infero, sotterraneo, rappresentativo dell'inconscio (come avrebbero detto nel Novecento).

Lupo mannaro
Lupo mannaro di Lucas Cranach il vecchio, 1512 circa, incisione, Gotha, Herzogliches Museum

Ha un'altissima conducibilità elettrica e questo piace, invece, a tutta la post-new-age quantistica e junghiana.
Gli alchimisti, poi, si sono divertiti, come al loro solito, ad inventare cocktail a base di argento e a brevettarne con più o meno successo.
Il lupo mannaro (che andrebbe distinto dal licantropo) è reso tale dalla maledizione lunare e dalla stessa luce riflessa (l'argento) pare possa essere sconfitto.
Quelli che mi è capitato di affrontare sono sempre stati più ostinati ed hanno richiesto trattamenti più invasivi.


7) Che rapporto c'è tra la psicoanalisi e l'horror?
Sono tutt'e due letteratura.
Stevenson, cocainomane come Freud, scrisse "Lo strano caso del dr.Jekyll e di mr.Hyde".

Dr. Jekyll e Mr. Hyde

La psicoanalisi è letteratura, come l'horror.
Semmai il secondo, purtroppo, è più reale.
Sono un frutto della creatività umana, come le religioni.
La psicoanalisi, infatti, ha tentato, e per qualche decennio sembrava esserci riuscita, di porsi come nuova religione, ma poi, anche in questo, ha fallito.
Resterà nella storia della letteratura di questo pianeta.
Freud è un letterato, come Marx o Darwin o Nietzsche.
Inventori di mitologie con una spiccata vocazione al sarcasmo.


8) Altri mostri, magari locali, interessanti di cui parlarci?
Nel mondo rovesciato i mostri hanno tracimato dall'infero e vivono tra noi.
Gli spiriti elementali (acque-terre-arie) intossicati dagli uomini si rivoltano contro gli uomini e, con l'aiuto più o meno involontario degli stessi, li ammalano.
L'industria dei tumori non ha mai goduto di così buona salute.
Per tornare ai mostri: fatti un giro per strada e vedrai gli zombi.
Occhi vitrei quando non persi sugli schermi dei cellulari.
La più totale assenza di vera presenza.


9) Horror è paura, terminiamo la rassegna con la paura più grande: la morte, anch'essa abbondantemente presente nell'immaginario collettivo dai tarocchi al cinema. E' davvero il mostro più potente di tutti o come diceva San Francesco è "nostra sorella morte"?
Entrambe le cose.
La frequentazione e la quotidianità creano intimità e confidenza.
Così vi conoscerete bene e saprete i difetti ed i pregi l'uno dell'altra.
Saprete relazionarvi e, alla fine, quando sarà, la morte sarà una cosa naturale.
Inoltre, se porti ogni giorno con te la morte, lei finirà per stancarsi di starti vicino e farà sempre di tutto per evitarti e trovare, lontano da te, i suoi momenti di solitudine.
Altrimenti sarete due estranei che non si conoscono e perciò diffidano l'uno dell'altra o, peggio, si temono.

settimo sigillo
La famosa partita a scacchi con la morte nel film "Il Settimo Sigillo"


10) Di tutti i mostri qual è quello che ti fa più paura? Perché?
Quando ero bambino il mostro che temevo di più ero io.
Adesso sono un uomo senza paura, come il supereroe cieco dei fumetti: Daredevil.
Come lui sono "cieco" a molta parte dell'umano, ma "vedo" meglio di moltissimi umani.
E, come lui, in quanto uomo senza paura, rischio di essere un uomo senza speranza.

Noi intanto ringraziamo Augusto Scano per la disponibilità e la cultura e ci risentiamo il prossimo mese per un'altra intervista

Numeri precedenti:
1- La Storia

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